Qual’è il punto?

Il punto non è certo una virgola, ma per arrivare al punto dobbiamo comunque fare uso di molte virgole e forse, in finale, anche di tanti puntini, dato che il punto è soggettivo, variabile, vago, ostico ed irraggiungibile…

La visione di ogni cosa, intrinseca nella propria vita, passa dalla moltitudine di esperienze passate e presenti, dei significati che gli vengono dati e delle idee che si sono formate nella nostra mente nel corso della nostra vita. Se prendessimo la stessa persona a 16 anni, a 30 anni e a 50 anni, potremmo trovare in essa idee sempre più trasformate e modificate in base al differente discernimento, la diversa conoscenza e visione della vita che si ha ad ogni età. E ad ognuna di queste età darebbe pesi diversi alle cose della vita, avrebbe scopi diversi, nuove speranze e speranze disattese, obiettivi, sogni, pensieri, amori… tutto in continua mutazione.
Allora quand’è che troveremo il Punto nella nostra vita?
Se tutto è in continuo mutamento, come possiamo sapere se stiamo agendo bene o male? Se stiamo raggiungendo obiettivi che davvero vorremmo raggiungere?
Non possiamo? Ed il punto finale potrà solamente essere evidenziato dal ritorno, eterno o meno, alla terra? La fine. Ma di cosa?

Per me la vita è piena di errori, di questioni perse, di opportunità sfumate e non so se invece le cose fatte bene, ciò che ho avuto, le possibilità che ho colto siano state davvero ciò che ho scritto essere. Magari potrei ricostruire la mia vita al contrario e arrivare ad una conclusione che si avvicini di più al Punto. Ma è poi così importante? Non credo.
La cosa fondamentale è avere persone vicine dalla più tenera età che ci diano la libertà o per lo meno la possibilità di evolvere in una direzione automa, di libero pensiero e in una visione generale ampliata e fuori dalle dottrine della società e dell’educazione di Stato.

Forse non raggiungeremo mai un Punto ma potremmo almeno avvicinarci ad una vita buona, bella, felice, funzionale, che non danneggi gli altri e noi stessi, che accomuni più individui e che crei forza e coraggio in noi. Muovere i propri passi con sicurezza e consci di avere sempre qualcuno che ci abbracci e ci aiuti, invece di doverci continuamente guardare le spalle, delegare il nostro futuro a qualcuno che non si conosce, cibarsi di ciò che non sappiamo da dove provenga, parlare con sconosciuti dei nostri problemi sperando di risolverli.
E’ forse questo il Punto? O almeno un Punto. Perchè forse ce ne sono molti di punti, infiniti.

Qual’è secondo voi il Punto?

E se volessimo chiamare in causa l’accento? Perderemmo la maggior parte della nostra vita a disperarci di ogni cosa. Ah è vero, già lo stiamo facendo. Allora l’accento è dentro di noi. Magari risolviamo le cose di cui ci disperiamo così almeno qualche accento lo leviamo dalle palle.

Buon viandare.

Aku