Se decidessimo di non voler più sottostare alle leggi del mercato, se prendessimo atto che ciò che arriva sulla nostra tavola, attraverso il mercato moderno, è cibo avvelenato dalla chimica, dall’inquinamento e dai conservanti, se le persone non fossero schiave dei tempi disumani che la società, attraverso lavori sempre più esigenti, gli impone, si potrebbe produrre in casa, sul balcone, sul proprio terreno, cibo sano fatto dalle nostre mani o in alternativa sviluppare con attenzione una propria scelta alimentare e di acquisto guidata dalla ricerca di prodotti locali e genuini, senza costi aggiuntivi della filiera.
Ogni spazio, ogni vaso, ogni pezzo di terra può rinascere grazie a piccoli sforzi quotidiani, grazie anche a chi non sa da dove partire, con un poco di impegno le soddisfazioni sarebbero grandi, nel momento in cui il raccolto si troverà sulle nostre mani, il prodotto del nostro lavoro, della nostra cura.
Invitiamo tutte le persone a sperimentare e sperimentarsi nella produzione di cibo, di spezie e di quant’altro, nella ricerca dei giusti semi, puliti e naturali, nel rispetto per se stessi e la propria salute e nella salute del pianeta e delle nostre città. Ogni pianta, ogni albero, ogni creatura verde da a noi vita e dona pulizia alla nostra aria e a quella, soprattutto, dei nostri figli, piccoli ed indifesi.
La gerarchica situazione sociale attuale non sarà mai priva di piramidi di comando finchè ognuno di noi non cercherà la tolleranza nel prossimo e pretenderà di essere migliore o superiore del prossimo.
Fuggire dal vortice del lamento quotidiano è un dovere di ogni cittadino, di ogni compagno, di ogni fratello che dentro di se sa bene qual’è la strada ma che o non riesce a percorrerla o ne ha paura.
Beh personalmente il trambusto della vicina città, mi fa passare la voglia di usare il balcone e di guardare il cielo sulla sedia dondolo… mah vedremo